Tore Masia. Sprinter da non dimenticare.
La carriera di Tore Masia si sviluppa dal 1966 al 1973. A conti fatti le sue stagioni migliori sono quelle del 1966, del 1967 e del 1968, quando l’impegno in campo atletico è massimo ed esclusivo. Negli anni successivi prevale il desiderio di sfondare nel calcio e la frequentazione nelle gare atletiche si riduce. L’altalena fra le due discipline non produce i progressi, che tutti si attendevano. Nel 1972 riprende a curare la preparazione specifica dello sprint; si riporta sui livelli raggiunti nelle gare giovanili e riesce a collezionare importanti successi. Sembra giunto il momento ideale per un rientro nell’èlite nazionale, invece … del Tore Masia, sprinter di razza, non si sente più parlare!
In dettaglio il suo percorso atletico.
Nel 1966 entra in scena Tore Masia, nativo di Ittiri, studente a Sassari, avviato all’atletica da Domenico Fracassi, che lo convince ad abbandonare il calcio, sport fino ad allora praticato nella squadra del paese.
Al Trofeo Urigo, i dirigenti della Studium gli riservano una corsia in una serie extra: è un fuorigara perché Masia è ancora allievo. La prestazione con il tempo di 22”9, gli dà vittoria e calorosi applausi ed anche se non figura nei risultati ufficiali, lo porta all’attenzione dei tecnici federali presenti. Alfredo Berra scrive “poche volte mi è capitato di vedere un ragazzo così dotato per la specialità che ha scelto e soprattutto per la calma e l’autorità che lui, giovanissimo, ha dimostrato in gara; andrà certamente lontano”. Mentre il tecnico Calvesi lo definisce un atleta dalle illimitate possibilità.
Ai Campionati Italiani allievi si aggiudica il titolo italiano nei 300 metri.
Sulla scia di questa prestazione, la stagione dell’ittirese non conosce soste. Per la contemporanea comparsa nelle categorie giovanili di un altro grande talento Antonio Angioni e di altri valenti atleti, Gianfranco Dotta, Angelo Cherchi, Roberto Piras, Cenzino Fagioli, più o meno suoi coetanei, la velocità sarda sembra trarre più di altre specialità linfa nuova per riemergere dal grigiore degli ultimi anni. Masia ed Angioni, in sedi diverse, migliorano ripetutamente i loro primati; nei 300 metri le loro prestazioni sono le migliori anche in campo nazionale; trovano anche l’occasione di cimentarsi nelle prove classiche dei 100 metri, 200 metri, 400 metri con ottimi risultati , ma che non vengono riconosciuti se non come migliori prestazioni under 17.
L’allievo di Fracassi nel corso della stagione oltre al titolo italiano nei 300 metri, conquista il quarto posto ai campionati Italiani “juniores” e la maglia azzura in un incontro tra rappresentative giovanili.
Nel 1967 il passaggio di categoria non incide negativamente sul rendimento di Tore Masia. Anche se in più di un’occasione deve confrontarsi con atleti più maturi come Amedeo Avanzato, Gianni Lai, Domenico Pili e Bruno Pistori, i successi dell’ittirese proseguono. Ai Campionati Italiani assoluti, tra la sorpresa generale arriva terzo nella gara dei 200 metri; in una pista ridotta ad una “fangaia” si conferma sui valori cronometrici e lascia dietro atleti più accreditati. Ai Campionati Italiani juniores svolti a Firenze, arriva il titolo di categoria sempre sui 200 metri. Una medaglia di bronzo agli assoluti per un ragazzo di diciotto anni non è poca cosa, ed unita al sesto posto nei 100 metri, al titolo italiano junior dei 200 metri, alla maglia azzurra ne fanno un atleta di gran valore.
Per Tore Masia la stagione 1968 rappresenta un momento chiave della sua carriera; dopo aver sorpreso l’anno precedente per i risultati ottenuti ai Campionati Italiani assoluti, corre l’obbligo di riconfermarsi come il miglior talento italiano della velocità della categoria junior. Una prima parte della stagione così così e la rinuncia agli assoluti lascia delusi i suoi ammiratori, ma una volta superati gli esami di maturità impone la sua classe ai campionati italiani juniores, dove coglie una doppietta storica sui 100 metri e sui 200 metri.
Nell’inverno del 1969 succede che Tore Masia, l’atleta ittirese che aveva monopolizzato l’attenzione dell’ambiente atletico nazionale, scompare dalle piste lasciandosi incantare dalle sirene del mondo calcistico e trascura l’allenamento specifico della velocità; resta tesserato sempre per la Studium, ma le sue occasionali apparizioni non sono all’altezza del passato.
Nel 1971, Tore Masia, dopo la parentesi calcistica, rientra all’agonismo atletico e si aggiudica il 400 metri ai campionati sardi assoluti.
Nei due anni successivi (1972 -1973) sulla distanza più congeniale, quella dei 200 metri, si riprende la leadership regionale, vincendo il titolo sardo; sembra rivivere i momenti del passato giovanile eguagliando anche il record sardo in occasione del Trofeo Urigo, ma la sua carriera atletica è all’epilogo.










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