Elisabetta Manca. Un’infinità di salti in lungo e di triplo!
Elisabetta Manca supera il muro dei 6 metri l’11 giugno del 1988.
In passato le prestazioni della ragazza cagliaritana sempre vicine a questa barriera, in Sardegna erano sottostimate per la presenza di Valentina Uccheddu e Serenella Lisci, lunghiste sarde abituali frequentatrici da anni delle parti alte delle graduatorie nazionali; il nuovo limite assume un significato diverso. Elisabetta Manca è ancora junior, la misura di 6.06 e le finali ai Campionati Italiani di categoria la proiettano in una nuova dimensione.
Nel 1990 l’introduzione nel programma tecnico femminile del salto triplo è un’ulteriore opportunità che la Manca non si lascia sfuggire; senza tralasciare il salto in lungo, la predisposizione alla nuova specialità le offre una maggiore e meritata visibilità nelle pedane dei salti in estensione. Così la stagione del 1990 si sviluppa con numerose soddisfazioni; alternandosi fra le due pedane l’allieva cussina, allenata da Pompilio Bargone, coglie risultati di valore. Il 20 maggio del 1990 a Padova conquista la medaglia d’argento ai Campionati Italiani Universitari con un salto in lungo a 6.18; il vento è purtroppo oltre la norma.
A luglio le viene riconosciuto il primo primato sardo del triplo con 11.86, misura che riesce a migliorare a 12.21 nel corso dei Campionati Italiani promesse e che le dà il titolo italiano della specialità. Il weekend a Bressanone le regala l’oro anche nel salto in lungo, nonchè la convocazione in azzurro per l’incontro con la Germania Est.
La stagione 1991 le riserva subito la medaglia d’argento agli Universitari. Nella pedana del salto triplo si affaccia anche la consocia Serenella Lisci; le ragazze cussine si equivalgono e nel corso della stagione si danno battaglia all’ultimo centimetro. Ai Campionati Italiani la Manca è più brillante: settimo posto e nuovo record sardo a 12.26. Non finisce qui! Il 4 luglio a Cagliari le due atlete saltano 12.30: per entrambe nuovo primato sardo.
A margine, c’è da sottolineare che Elisabetta Manca, alla pari della Lisci, oltre ad essere pedina fondamentale sulle pedane dei salti delle formazioni che il Cus Cagliari allestisce in occasione dei Campionati di Società, contribuisce in maniera determinante anche in pista, quando c’è da dare una mano nelle frazioni delle staffette veloci.
Inizia la stagione 1992: si può ben dire che più ci si prova più si impara! Gli incrementi nel salto triplo sono significativi: non più pochi, bensì sessanta centimetri danno alla Manca maggiori credenziali; una nuova consapevolezza le consente di perseguire una continuità di prestazioni e di ben figurare in ogni occasione che si presenta. Il primato sardo del triplo sale prima a 12.92, poi a 12.96, misura che verrà ripetuta dalla stessa atleta anche nel 1994.
Dalla pedana del salto in lungo arriva non solo un 6.16 regolare (Nuoro 3 maggio 1992), ma tanti altri risultati sopra i 6 metri, prestazioni considerate ancora l’eccellenza nella specialità, tante finali ai Campionati Italiani e medaglie importanti agli Universitari.
Insomma un’infinità di salti per Elisabetta Manca, che termina la sua carriera atletica alle soglie dei trenta anni.





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