1946: Pinuccio Dettori, Giovanni Nocco, e Tonino Siddi, Mario Romeo. Quattro Sardi a Zurigo

 

 

L’atletica sarda nel dopoguerra.  Scrive il giornalista sportivo Angelo Carrus “La Sardegna produce già allora campioni di alta quotazione: ricordiamo il professore Giuseppe (Pinuccio) Dettori, un saltatore in alto che si era guadagnato la maglia azzurra a forza di risultati e che in seguito allenò Franco Sar. Dettori prese parte al primo incontro del dopoguerra, quello contro la Svizzera del 22 settembre 1946. Con lui c'erano Tonino Siddi, grandissimo, e Giovanni Nocco, un solito mezzofondista originario di Sant'Antioco che aveva scoperto l'atletica a Genova. Eravamo tutti molto fieri della nostra atletica e l'amavamo, da lei ricambiati..."

 


Da qui parte un articolo inviatomi qualche anno fa dal compianto  Vanni Loriga


 ... Nonostante le rievocazioni storiche della colossale impresa editoriale di Gianni Usala muovano dichiaratamente le mosse dal 1950, a pagina 8 del primo volume (ndr L’Atletica sarda da non dimenticare. La Storia) una fotografia ci consente di fare un balzo indietro di quattro anni.

Ci troviamo così a Zurigo, a fine settembre 1946. Domenica 22 allo Letzigrund Stadion è in programma l’incontro maschile Svizzera-Italia. I tre atleti ritratti nella foto sono, da sinistra, Giuseppe “Pinuccio” Dettori (Sassari, 21 marzo 1920); Giovanni Nocco (Sant’Antioco 23 gennaio 1919)

ed Antonio “Tonino”Siddi (Sassari  16 maggio 1923).

L’inviato della Gazzetta dello Sport, un allora giovane Gianni Brera, non manca di evidenziare che la Sardegna è ben rappresentata, con tre Azzurri (debuttanti) situazione che “ci fan ben sperare circa l’avvenire dell’atletica deleddiana”.

Affermazione che se da una parte testimonia che il “Principe della Zolla” era attento lettore del nostro Premio Nobel (anche l’appellativo di “rombo di tuono” cucito su Gigi Riva era stato già coniato dalla Deledda nel romanzo “Cenere”) dall’altra dimostra una certa disattenzione, dimenticando che anche l’astista Mario Romeo era sardo, essendo nato a Carloforte (7 aprile 1915) ed avendo iniziato la sua carriera nelle file dell’Amsicora. Pertanto quattro erano, e non tre, i Sardi in gara sulle piste e pedane del famosissimo Letzigrund. Stadio notissimo ma pochi sanno che il significato del suo nome nella parlata svizzero-tedesca (il diffusissimo dialetto schweizerdeutsch) è “luogo della diga”.

Gianni Brera invece ricorda come nella convocazione della Nazionale per il primo incontro del dopoguerra, emanata da Oberweger il 16 settembre, non fossero inclusi i nomi di Siddi e di Dettori. I due si trovavano in Sardegna e l’Isola era quasi tagliata fuori dal cosiddetto Continente.  Ma ci voleva altro per tenerli a casa. Tonino e Pinuccio (che insegnava a Carbonia e che ebbe un permesso dal suo Preside) si avventurano verso Milano dove si erano riuniti gli azzurri. I collegamenti con la penisola sono quanto mai precari. Presta servizio da Olbia a Civitavecchia una vecchia nave – bestiame, il Langano in esercizio dal 1894, tonnellate 1267. Aveva anche una sua bella storia alle spalle. L’8 settembre del 1943 era ormeggiata a Venezia e rischiava di essere requisita dai Tedeschi. Nel cuore della notte motori a tutta forza e rotta su Malta.

Cessate le ostilità fa la spola con la stiva piena di bestiame, I pochi passeggeri stazionano in coperta.  Ci viaggiai anch’io e rimasi impressionato dal lavoro del personale che, nella calura torrida della stiva e madido di sudore, usava fruste e punteruoli per evitare che le bestie, perdendo l’equilibrio, finissero calpestate.

Finalmente Siddi e Dettori si presentano a Milano e rivendicano il diritto di entrare in squadra. Per Tonino, che l’anno prima, agli Assoluti di Bologna si è classificato secondo sul giro di pista (dopo aver dominato la gara per 380 metri), nessun problema.

Pinuccio da parte sua dichiara di aver saltato a Carbonia 1.85. Il DT Ober, forse ricordando Esopo (Hic Rhodus, hic salta!) gli chiede di ripetere la misura sulla pedana dell’Arena, e Dettori ci riesce e sfiora anche l’1.90. Abile ed arruolato, maglia azzurra per lui e rimarrà l’unica. Ma il professore acquisirà altri meriti in quanto sarà praticamente il primo allenatore di Franco Sar…

Bisogna ricordare che nella gara di Zurigo, vinta dagli azzurri per 80-76 sia Dettori che Siddi (che si sarebbe rifatto ampiamente in seguito, come avremo modo di raccontare) non brillano. E’ invece bravissimo Giovanni Nocco che domina la gara dei 5000 metri battendo il grande Beviacqua con il tempo di 15’07”6. D’altra parte il 19 maggio aveva coperto, durante i regionali liguri a Genova, la distanza in 14’59”6, primo italiano del dopoguerra a scendere sotto i 15 minuti. Era tesserato per il Trionfo Genovese e le sue doti di corridore si misero in luce durante i bombardamenti. Tornitore meccanico all’Italsider fu notato dal suo capofficina che dichiarò: “Nel mio reparto ho un ragazzo che quando suona l’allarme aereo taglia la corda velocissimo. Lui è già nel rifugio quando gli altri si stanno ancora preparando…”

Anche Romeo vince la sua gara con l’ottima misura di 3.90. Lui era un veterano. Già nel 1934 aveva saltato 3,65 ma il suo anno d’oro sarebbe stato il 1939, con il record di 4.17 (miglior prestazione europea dell’anno).



Il salto con l’asta con Mario Romeo

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