Raffaele Piras. Un salto lungo 24 anni
Raffaele Piras, classe 1942, detenne per ben 24 anni (dal 1963 al 1987) il primato sardo del salto in lungo con la misura di 7.60. In una gara preolimpica, svoltasi a Torino nel giugno del 1963, in vista delle Olimpiadi di Tokio dell’anno successivo, l’atleta, nativo di Quartucciu, allenato in casa da Carlo Ullu, strabiliò con il salto che costituiva allora la terza migliore prestazione di sempre della specialità.
Ripercorriamo il suo percorso atletico.
Prima di intraprendere l’attività federale un giovanissimo Raffaele Piras, con i suoi salti e le sue corse di sprint nei campi in terra battuta e nelle gare scolastiche, entusiasma il numeroso stuolo di ammiratori costituito da compagni di gioco e di scuola.
Nel 1960 inizia la sua attività agonistica; non ancora 18enne (agosto 1942) veste la maglia della società Esperia Cagliari e sotto la guida di Carlo Ullu, si avvia al salto in lungo, finendo la stagione con una prestazione di 6,29 ottenuta al campo dell’Amsicora di Cagliari.
L’anno successivo (1961), ancora junior, brilla nelle gare primaverili con salti vicino ai 7 metri. Un salto regolare a 6.91 con stacco fuori dell’asse di battuta evidenzia un’azione energica, che impressiona i tecnici in campo e garantisce potenzialità enormi da verificare a breve scadenza. Finiti gli impegni scolastici, l’estate gli consente una maggiore dedizione all’allenamento. Affinata la tecnica, l’esperino di Quartucciu entra in un’altra dimensione: i suoi salti sono sempre superiori ai 7 metri. Sale sul secondo gradino del podio ai Campionati Italiani juniores. La misura di 7.19 gli assicura un posto nella Nazionale che affronta la settimana successiva la Polonia. In terra polacca, le condizioni meteo sono proibitive ma non sono un ostacolo per le sue prove; vince con 7.16 contribuendo alla vittoria italiana. Il capolavoro arriva a fine estate nella città di Torino. Con un nuovo personale di 7.37 vince il titolo italiano assoluto. Qualche settimana dopo a Palermo termina la stagione con 7.38.
… Potenza muscolare, agilità, coordinazione, possibilità di tenere un treno scattante-veloce nella rincorsa di 40 metri, perfetto nell’entrata in pedana per l’accelerazione finale e per la fase di caricamento, il suo preferito ” uno e mezzo” gli ha consentito di godere della eccezionale sensazione di benessere che si prova nel stare sospesi dal terreno per spazi che sicuramente non sono alla portata di tutti…la Sardegna ha trovato un vero Campione!
Scriveva così di Raffaele Piras il compianto grande uomo di sport Cenzo Soro.
Nel 1962 a 20 anni è convocato per i Giochi del Mediterraneo; durante la preparazione a Formia accusa i primi fastidi al ginocchio della gamba di stacco. Tale è la sua determinazione e la volontà di partecipare a quell'evento, che non dice nulla ai tecnici della nazionale. Partecipa alla gara saltando 7.28, staccando con la gamba destra anziché con l’abituale sinistra.
La stagione appena trascorsa aveva lasciato scetticismo attorno alla sua figura. La misura di 7.38 del 1961 non era stata né superata né avvicinata; il suo 7.22 di inizio stagione non era sufficiente a consacrarlo quale atleta di livello internazionale e accreditarlo come atleta da competizioni internazionali. Invece nel primo scorcio del 1963, Raffaele Piras appare più brillante, più preciso nel gesto tecnico. Dopo diverse prestazioni interessanti, arriva, in occasione di una manifestazione cosiddetta “preolimpica” a Torino il salto a 7.60, terza prestazione italiana di tutti i tempi. Un mese dopo la misura di 7.42 ottenuta ai Campionati Italiani Assoluti gli permette di conquistare di nuovo il titolo italiano e la maglia azzurra.
Nel 1964 svolge il servizio militare nel CS Carabinieri di Bologna: primo atleta ad essere arruolato nel corpo. L’obiettivo stagionale è la partecipazione alle Olimpiadi di Tokio, ma durante una preolimpica a Palermo si stira al quadricipite: il sogno olimpico svanisce.
…Una borsite infrarotulea mai guarita non gli permette il proseguimento dell’attività di vertice. Rientrato nell’Esperia, le sue apparizioni si limitano nel contribuire ai punteggi dei campionati di Società.
Seppur con una brevissima carriera, in virtù dei suoi salti sempre sopra i 7 metri, Raffaele Piras è da considerarsi uno dei grandi protagonisti dell’atletica sarda.
Il cugino Carlo Piras, suo discepolo, oggi valente allenatore specialista dei salti, riporta alcuni aneddoti della carriera di Raffaele.
“ durante una gara in nazionale a Birmingham in Gran Bretagna con la nazionale ci fu un corto circuito all'impianto di illuminazione; pur di finire la gara i giudici fecero continuare. Raffaele fu l'unico ad effettuare gli ultimi 3 salti di gara senza commettere nulli di pedana, tale era la sua precisione della rincorsa oramai automatizzata.”
“ … nel 1963 in Polonia si prese il lusso di battere il primatista mondiale di salto triplo Jozef Schmidt che nell'occasione partecipò nel salto in lungo; diventarono poi grandi amici … “
Statisticamente, il salto in lungo maschile è la specialità atletica, che, più di altre, è ferma nelle prestazioni di vertice. Certamente, per primeggiare nelle grandi manifestazioni è necessario saltare oltre gli 8 metri, ma un salto a 7.60 non avrebbe sfigurato neanche dopo quasi 60 anni … sì, Raffaele Piras avrebbe potuto tranquillamente competere ancora oggi!






Commenti
Posta un commento