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Visualizzazione dei post da dicembre, 2022

Buon anno!

  Buon anno a tutti gli amici! Un altro è passato e io l’ho trascorso, insieme ai miei affetti, a RACCONTARE L’ATLETICA PER IMMAGINI. Nella prima parte dell’anno ho distribuito on line   una mia produzione sull’atletica mondiale dal 1948 al 1968. Tre mesi fa ho aperto un blog pubblico, in cui inserisco quotidianamente frammenti dell’atletica del passato con una narrazione affidata prevalentemente ad immagini, uniche ed originali in quanto assemblate e colorizzate secondo una visione personale. Ebbene, proseguirò in questo intento documentale, penso, facendo cosa gradita a tutti gli appassionati di atletica.     OMAGGIO  per chi è arrivato in fondo a questo post rendo disponibile a titolo completamente gratuito una mia produzione in PDF: 11 opuscoli sull’atletica mondiale dal 1948 al 1968 (un totale di 1000 pagine/1400 tavole illustrate). L’offerta è valida, ovviamente per chi ne fa richiesta, comunicando un indirizzo email al sottoscritto:   usalag@t...

Il salto in alto alle Olimpiadi di Tokio 1964

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  La giornata fredda ed umida non è certo adatta a grandi prestazioni in una specialità, soprattutto molto tecnica come il salto in alto. In pedana si rinnova il duello tra il sovietico Valerji Brumel e lo statunitense John Thomas, due grandi interpreti dello scavalcamento ventrale; in gara anche altri outsiders alla ricerca del salto della vita, come era successo quattro anni prima a Roma, quando il sovietico Shavlakadze si era aggiudicato l’oro sorprendendo i due campioni. Stavolta da terzo incomodo si veste o meglio salta John Rambo che alla misura di 2.14 si trova inaspettatamente al comando della gara. Ma la gara è avviata a concludersi con i due atleti più attesi. Alla misura di 2.18, valicata alla prima volta, Brumel e Thomas rimangono soli a giocarsi il titolo. La misura successiva di 2.20 è fatale ad entrambi. Brumel vince l’oro, Thomas per il maggior numero di falli si consola con l’argento: 2.18 per entrambi, una misura non esaltante per il valore dei due atleti.

Daniela Porcelli. La prima atleta sarda alle Olimpiadi.

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Per la prima volta nella storia dell’atletica, un’atleta sarda partecipa alle Olimpiadi. A Mosca le corse di Daniela Porcelli sugli 800 metri e nella frazione della staffetta 4x 400 metri sono purtroppo anonime e non vanno oltre i turni preliminari.   Si era tanto sognato sull’atleta cagliaritana da quando, nella primavera del 1976, dopo brillanti esibizioni nelle gare scolastiche, era approdata al Cus Cagliari per mettere a frutto le sue capacità in campo federale. I Giochi Olimpici, arrivati a 19 anni non ancora compiuti, in seguito a importanti successi ottenuti sia a livello giovanile sia in quello assoluto, si rivelano invece l’apice di una carriera, iniziata brillantemente sulle prove veloci e terminata con distanze più lunghe diversi anni dopo. La gestione del suo talento è stato spesso oggetto di discussioni nell’ambiente tecnico, ma, in questa sede, dove le immagini prevalgono su tutto il resto, mi soffermo a riportare i dati tecnici del suo percorso atletico. 1976. ...

La corsa campestre e i primi passi di Antonio Ambu (1953)

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  Accanto all’attività su strada si afferma sempre più l’attività di corsa campestre. Ne sono protagonisti gli stessi atleti che calcano con successo la pista. Giovanni Lai dell’Electra arriva a vincere il campionato italiano.   Si gareggia ovunque, così scrive Angelo Carrus nell’aprile del 1954, “nelle località atleticamente più evolute, in altre meno importanti, in altre ancora nuove per il nostro sport …. Un’attività che ha fatto registrare cifre record per la Sardegna, sia come numero di manifestazioni svolte che come numero di partecipanti, un’attività tanto notevole che non trova forse l’eguale nelle regioni consorelle. In questo contesto un giovane atleta di Pirri, Antonio Ambu brilla per il suo talento.  Sin dalla giovane età la sua passione era il ciclismo. Superava agevolmente amici e compagni di gioco ed era fiero delle sue vittorie in bici … racconta in un’intervista … finchè non viene scelto dal suo insegnante per una corsa campestre scolastica. Nessuno gli...

Chi era Paolo Delogu?

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  In 44 anni di attività, migliaia di atleti hanno gareggiato per l’Atletica Delogu senza sapere perché la società si chiamasse così. Chi era Paolo Delogu e perché sei anni dopo la sua scomparsa alcuni amici e conoscenti gli hanno intitolato una neo formazione atletica e lo hanno ricordato con un meeting internazionale tra i più prestigiosi effettuati in Italia nei primi anni duemila?   Nota tecnica. Trofeo Urigo maggio 1973. Seconda serie dei 100 metri, in prima corsia P. Delogu quarto classificato in 11”1 Ho ricevuto qualche giorno fa un filmato degli anni settanta.   Scorrendo le immagini mi sono accorto di un non so che di dejà vu. Ho estrapolato una decina di secondi in cui ho rivisto (come non mi era mai successo in passato) l’atleta che io ventunenne seguivo nei giorni feriali al Quadrivio di Nuoro, insegnandogli quel poco che sapevo dei rudimenti atletici appresi nelle riviste specializzate e nei corsi di studio all’Isef di Roma. Al tempo, diviso tra il c...

Nicola Sundas. Una seconda chance (1996)

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A Bologna, nel corso dei Campionati Italiani assoluti del 1996, arriva una medaglia di bronzo per Nicola Sundas, martellista cagliaritano, sparito dai vertici nazionali della specialità da alcuni anni, coincidenti con il distacco dal Gruppo Sportivo delle Fiamme Azzurre. Non è la prima volta che Nicola Sundas sale sul podio dei Campionati; nel 1988 e nel 1991 aveva conquistato la medaglia d’argento. Nelle categorie giovanile, le prestazioni nel lancio del martello, ottenute con la maglia dell’Atletica Cagliari, proseguite per breve tempo con l’Esperia, fanno presagire all’allievo di Franco Tumatis un futuro radioso, rinforzato da un precoce tesseramento con le Fiamme Azzurre, che gli consente tempi ottimali per una preparazione più accurata.   Nelle stagioni successive, una progressione costante, coronata da ottimi piazzamenti nelle varie manifestazioni, lo proietta oltre i 70 metri, raggiunti nel marzo del 1991; due mesi dopo Sundas bissa il titolo universitario già conquistato ...

1954 I fratelli Pozzebon e Nello Boschetto

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L’atletica sarda trova impulso dalla cittadina di Arborea non solo dalla famiglia Sar, ma anche da atleti, il cui cognome non lascia dubbi su un’origine non sarda. Ad Arborea i fratelli Pozzebon e Nello Boschetto, lavorano tutta la settimana da contadini, corrono in strada nei ritagli di tempo, la domenica scendono a Cagliari ad allenarsi in pista. Amici nella vita, avversari in gara, vestono maglie diverse (Boschetto nel Monteponi, i Pozzebon nell’Amsicora) danno vita a duelli con esiti non sempre scontati, anche se questi ultimi protraggono più a lungo carriera e sacrifici, ottenendo maggiori successi. Nello Boschetto ama cimentarsi sugli 800 e 1500 metri, con qualche puntata sui 3000 metri, dove stabilisce il primato sardo, invece Giuseppe Pozzebon (n. 25/51) spazia su tutte le distanze dai 1500 ai 10000 metri; Antonio (n. 183) predilige le distanze più lunghe. Tutti e tre dominano il settore nelle piste isolane e si comportano egregiamente anche a livello nazionale.

Sulle strade dell’isola

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 A Nuoro la coppa Gennargentu, a Sassari la coppa Ignazietto Satta, a Cagliari il Giro di Cagliari, sono occasioni di confronto per i migliori atleti delle lunghe distanze A Nuoro partenza di una di corsa organizzata a Nuoro (1953)   Fase finale del Giro di Cagliari (edizione 1956) con i fratelli Pozzebon (n.9 -n. 10), Pani (12), Di Meglio (2), Nonnis ed altri    1961 Fasi della Coppa Satta a Sassari con Bronzini, Casula, Pozzebon e Pani.

Monica Falchi e il salto in lungo (1997).

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“… il braccio destro dovrebbe essere disteso e ben alto sulla testa … in questa fase le braccia iniziano il movimento veloce verso l’avanti-basso …. Il percorso delle braccia è abbastanza lungo e non potrà essere completato se non con una decisa azione delle braccia verso avanti-basso …”. È abbastanza chiaro che l’analisi del salto in lungo di Monica Falchi, atleta nuorese della Montegurtei, non fa parte del mio bagaglio tecnico, bensì appartiene a Francesco Garau, valente tecnico oristanese. Il percorso atletico di Monica verso la partecipazione ai Campionati Europei di Monaco 2002 subisce una svolta positiva sul finire degli anni novanta, quando l’atleta nuorese, con la condivisione della sua società e dei suoi tecnici Tomaso Podda e Francesca Diana, che la seguono quotidianamente, si sobbarca trasferte supplementari ad Oristano per seguire i consigli di Francesco Garau, con l’obiettivo di affinare la tecnica del salto in lungo.   Nel giro di poco tempo Monica incrementa i ...