Nicola Sundas. Una seconda chance (1996)
A Bologna, nel corso dei Campionati Italiani assoluti del 1996, arriva una medaglia di bronzo per Nicola Sundas, martellista cagliaritano, sparito dai vertici nazionali della specialità da alcuni anni, coincidenti con il distacco dal Gruppo Sportivo delle Fiamme Azzurre.
Non è la prima volta che Nicola Sundas sale sul podio dei Campionati; nel 1988 e nel 1991 aveva conquistato la medaglia d’argento.
Nelle categorie giovanile, le prestazioni nel lancio del martello, ottenute con la maglia dell’Atletica Cagliari, proseguite per breve tempo con l’Esperia, fanno presagire all’allievo di Franco Tumatis un futuro radioso, rinforzato da un precoce tesseramento con le Fiamme Azzurre, che gli consente tempi ottimali per una preparazione più accurata. Nelle stagioni successive, una progressione costante, coronata da ottimi piazzamenti nelle varie manifestazioni, lo proietta oltre i 70 metri, raggiunti nel marzo del 1991; due mesi dopo Sundas bissa il titolo universitario già conquistato l’anno precedente e a fine maggio porta il suo personale a 73.40.
Ai Campionati Italiani, con Enrico Sgrulletti, romano con un passato giovanile all’Amsicora, leader assoluto della specialità in Italia, fuori gioco a causa di 5 nulli di pedana, si presenta l’occasione di prendersi la medaglia d’oro; sulla sua strada trova Lucio Serrani che gli soffia il primo posto.
Nella Nuova Sardegna il suo allenatore Tumatis si pronuncia in questo modo “ …le potenzialità di Sundas sono notevoli,. Non ha mai avuto problemi sotto il profilo fisico e della forza … deve credere maggiormente in sé stesso…”.
Le stagioni successive culminate con la rottura del rapporto con le Fiamme Azzurre e contrassegnate da prestazioni inferiori ai 70 metri sanno di declino. Dal 1994 gareggia con il Cus Cagliari, senza una preparazione specifica.
Nell’autunno del 1995 scatta qualcosa, aiutato dalla Federazione e dalla società cagliaritana inizia ad allenarsi sotto la guida di Carnevali, uno dei migliori tecnici italiani. Sei mesi dopo arriva il terzo posto ai Campionati, ma né l’allenatore, né lui sono soddisfatti; l’obiettivo da raggiungere sono i 76 metri, minimo imposto dalla Federazione per i Campionati mondiali di Tokio.
A giugno scaglia il martello a 75.24 (migliore prestazione personale) a Terni nell’ultimo meeting valido per la qualificazione agognata.
La misura non è sufficiente per la trasferta in terra nipponica. I 76 centimetri che lo separano da quel limite pongono fine alla sua carriera.





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