Luisa Marci la caposcuola del mezzofondo femminile.
Dal 1970 al 1982 Luisa Marci, nuorese di nascita, ma cagliaritana in tutto e per tutto, corre tutte le distanze del mezzofondo, aprendo la strada ad altre mezzofondiste di valore e ritagliandosi uno spazio importante nella storia dell’atletica sarda.
A pochi mesi dal debutto, appena sedicenne, conquista nel cross il titolo italiano ed in pista batte il record di categoria nei 1000 metri.
Con la maglia del Cus Cagliari, che veste fino al 1978, partecipa indifferentemente in pista, in strada e sul cross, consolidando una supremazia assoluta in campo regionale. Dopo i successi giovanili, prende coscienza del proprio talento e stabilisce ripetutamente i primati sardi, che ritocca regolarmente man mano che cresce.
Nel 1971, diciasettenne ma già junior secondo le norme dell’epoca, conferma una particolare predisposizione nelle campestri, classificandosi seconda ai campionati italiani di categoria. Scalza dal vertice delle graduatorie regionali la compagna di squadra Donatella Molari, indiscussa leader delle lunghe distanze, migliora il primato sardo nei 1500 metri e per lei si aprono le porte della Nazionale giovanile.
Nel 1972 in campo agonistico si allungano le distanze delle gare riservate alle donne e Luisa Marci ne trae vantaggio, perché in esse mostra le sue grandi capacità di resistenza. La congenialità con la distanza dei 3000 metri le consente di stabilire subito il primato regionale e subito dopo di conquistare l’oro nella categoria delle juniores, prima campionessa nella specialità di nuova introduzione
Le annate successive sono coronate da incrementi cronometrici lievi ma significativi in quanto ottenuti in solitudine agonistica, come spesso succedeva in terra sarda.
Anche se il podio sembra stregato, sempre sotto la guida di Pompilio Bargone, Luisa Marci ottiene buoni successi in campo nazionale. La carriera atletica della mezzofondista non si interrompe nelle categorie assolute, anzi la sua figura, in un settore poco esplorato, si rivela di grande esempio per le giovani che si affacciano all’atletica, non solo nel cagliaritano, ma anche in altre parti dell’isola. Una di queste, Marina Loddo arriva in brevissimo tempo a prestazioni di valore assoluto.
Nel 1975, con quest’ultima, tesserata da allieva con l’Esperia, Luisa Marci non può confrontarsi se non occasionalmente. La gara tra le due bravissime atlete per la verità si svolge più che altro a suon di primati. La Marci migliora i record degli 800 metri e dei 3000 metri, ma perde quello dei 1500 metri a vantaggio della giovane rivale.
Nel 1976 e 1977, il confronto diretto produce effetti immediati; Luisa Marci migliora le prestazioni degli 800 e 1500 metri e si esalta in campo nazionale, proponendosi ai vertici del mezzofondo nazionale; conquista per due anni consecutivi la medaglia d’argento ai Campionati Italiani Universitari.
In Sardegna Luisa Marci non è più la primattrice, non è più sola a calcare le distanze lunghe. Tutte le atlete che praticano il mezzofondo si concentrano nell’Ucla, società cagliaritana guidata da Aldo Medea. Lei, nell’intimo non si sente soddisfatta di una carriera che anni prima prometteva ben altri risultati, non si rassegna al declino; al termine della stagione 1978, abbandona il Cus Cagliari, società che l’aveva scoperta e si accasa all’Ucla. Oltre alla Loddo, trova nella nuova formazione cagliaritana, valide compagne di squadra quali Lorena Campus, Giuseppina Dentoni, Maura Mandis, Paola Cincotti, Luisa Tavera, Alessandra Molari e tante altre ….. Cambia metodi di allenamento e ritrova vigore ed entusiasmo in un ambiente ottimale.
Due anni dopo (1981), complice lo scioglimento dell’Ucla e l’abbandono dall’atletica di campo del tecnico Aldo Medea, Luisa, insieme alla Loddo e alla Dentoni, sotto la guida del marito Franco Marcello, accetta il passaggio alla Fiat Sud Formia, società laziale, leader nazionale nell’attività crossistica e del fondo. Il loro contributo si rivela determinante nella conquista di successi in campo internazionale.
La carriera sportiva di Luisa Marci cessa al termine della stagione 1982, ma il suo nome rimane nella storia dell’atletica sarda per il ruolo fondamentale di battistrada del mezzofondo femminile, che dagli anni settanta in poi porta alla ribalta tante altre valide specialiste del settore.
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