Valentina Uccheddu. Tre anni per volare più lontano (1989-1991)
… E diventare la migliore lunghista italiana di tutti i tempi.
È il giugno del 1988, Valentina Uccheddu stabilisce il primato italiano del salto in lungo; la romana Antonella Capriotti, veterana delle pedane, se lo riprende una settimana dopo.
È il giugno del 1991, l’atleta oristanese ritorna al primato con la misura di 6,77, dopo che nelle due precedenti stagioni era rimasta ad un misero centimetro e conquista per la prima volta il titolo di campione(ssa) italiana.
Tre anni di crescita atletica per riaffermare la supremazia in campo nazionale. Nel 1989 Valentina Uccheddu infila una stagione di grande spessore; le prime gare all’aperto la proiettano verso misure interessanti anche a livello internazionale. Un crescendo di prestazioni a Trento, a Formia ed infine ad Oristano con un 6.69 ad un centimetro dal record italiano e la consapevolezza di ambire a qualcosa di più. Sorgono purtroppo fastidi alla caviglia, che l’accompagnano per il resto della stagione e ne condizionano partecipazioni e prestazioni.
La stagione 1990 della Uccheddu si caratterizza per la sfortuna che l’accompagna in più di un’occasione. Al Meeting Terra Sarda di Cagliari ripete il 6.69 dell’anno precedente: un centimetro meno del primato italiano. A Spalato, in occasione dei Campionati Europei, dopo una brillante qualificazione resta fuori dalla finale come prima delle escluse; si deve accontentare del nono posto, dignitoso, ma non pari alle aspettative. Agli Assoluti di Pescara, Valentina bisticcia con la rincorsa e l’asse di battuta; non basta il 6.43 del suo sesto salto per aggiudicarsi il titolo italiano: l’eterna rivale Capriotti la supera per un solo centimetro.
La stagione 1991 è una di quelle da non dimenticare!
La Uccheddu si presenta in sala. Conquista finalmente il titolo italiano e partecipa ai Mondiali indoor di Siviglia; supera le qualificazioni e ottiene un settimo posto che le infonde certezze per la stagione all’aperto.
Tre importanti appuntamenti attendono l’allieva di Francesco Garau nel mese di giugno.
Nella pedana di casa, in occasione dell’incontro internazionale di salti tra le rappresentative italiane, inglesi tedesche e rumene, Valentina si presenta in ottima condizione di forma e non delude un pubblico tutto per lei. Il salto vincente a 6.65 la proietta al vertice delle graduatorie italiane e l’accredita come la candidata alla medaglia d’oro ai Campionati Italiani Assoluti, in programma di lì a qualche giorno.
A Torino un vento molto incostante crea problemi nella rincorsa. Al terzo salto mette a tacere le avversarie con un balzo a 6.53, una misura non eccezionale ma sufficiente ad assicurarle il titolo; ancora una volta non arriva il primato. Valentina Uccheddu è la prima atleta sarda a conquistare l’oro agli Assoluti all’aperto, bissando quello conquistato nel febbraio alle indoor.
Il terzo appuntamento del mese la porta a Barcellona per la Coppa Europa finale B e nella città catalana Valentina va lontano, dove non è mai arrivata, sino alla misura di 6.77, cancellando il 6.70 di Antonella Capriotti e diventando la migliore lunghista italiana di tutti i tempi. “… Valentina vale molto di più di 6.70 …” diceva da tempo il suo allenatore Francesco Garau, le cui parole, dopo Barcellona, dispensano tanto ottimismo “ … non parliamo più di quel centimetro che la divideva dalla Capriotti, oggi inizia una nuova avventura, senza più barriere mentali, perché la ragazza ha nelle gambe misure superiori ai 6.80 …” Lo sguardo è puntato verso i Giochi del Mediterraneo, il prestigioso meeting di Sestriere e i Mondiali in Giappone, tutti appuntamenti che la Uccheddu vuole onorare al meglio.
Nella prima delle tre gare, cede sorprendentemente alla jugoslava Malesev che nell’occasione stabilisce il personale ed il record dei Giochi. Il meeting del Sestriere la mette al confronto con atlete tra le più qualificate al mondo e forte di un 6.76 ventoso e di un 6.64 regolare si piazza al terzo posto. In Giappone non riesce ad esprimersi al meglio restando fuori dalla finale a dodici.
La fine della stagione la vede in gara a Rieti, a Cagliari per il meeting Terra Sarda e a Helsinki con la Nazionale, ma anche se le energie non sono le stesse di quel giugno indimenticabile, l’accreditano come una delle migliori lunghiste al mondo.






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