Giuseppe Madrau. Sprinter senza confini

 


Con il titolo italiano junior nei 200 metri ai Campionati indoor del 1981 per Giuseppe Madrau si profila un futuro da grande protagonista nello sprint.

Dopo i primi successi ottenuti con la maglia della Torres, l’atleta sassarese, sotto la guida tecnica di Mauro Doppiu, trasloca al Cus Sassari, società con cui gareggia fino al termine della carriera, spaziando per tutte le distanze dai 100 ai 400 metri. I progressi cronometrici sono puntuali e le stagioni 1982-1983-1984 si rivelano esaltanti per i tanti successi.

Nel giugno del 1982, in un meeting internazionale piazza un crono di 21”5 nei 200 metri, eguagliando il primato sardo di Pietro Ruggiu ed Andrea Rubiu. A settembre dello stesso anno, nel Trofeo delle Regioni a Senigallia, vince la gara dei 100 metri con 10”83, personale sui 100 metri. La gara assume a posteriori un significato particolare per la carriera di Madrau, perché tra i gli atleti sconfitti figura Stefano Tilli, che da lì per una ventina d’anni risulterà uno dei più grandi sprinters italiani di tutti i tempi. Giuseppe Madrau termina anche con un discreto 48”3 nei 400 metri.

 

La stagione 1983 ricalca la precedente e conferma il valore dello sprinter sassarese, che in una gara di metà giugno, sigla con 48”2 la seconda migliore prestazione sarda dei 400 metri dopo il datato 47”6 di Adriano Loddo. Giuseppe Madrau non ha difficoltà a passare con altrettanta efficacia alle distanze brevi. Poco tempo dopo sulla pista amica di Senigallia firma con 10”64, purtroppo con il vento irregolare, il personale sui 100 metri; ai Campionati Sardi ribadisce la sua leadership in campo regionale sui 200 metri, davanti a Mario Cossu e il giovanissimo Sandro Floris.

La forte concorrenza con questi ultimi atleti è il tema dominante dello sprint anche nella stagione 1984 e porta tutti e tre gli atleti a migliorarsi. Nei 200 metri Madrau scende a 21”3 come pure Mario Cossu, ma Floris ha un altro passo e chiude la stagione con il primato sardo di 21”47.

Negli anni successivi le prestazioni dell’atleta sassarese risentono di un evidente appannamento, ma alle soglie degli anni Novanta gli  sprint di Madrau sono nuovamente efficaci ed interessanti sotto l’aspetto cronometrico. 

A giugno del 1990, nella nuova pista del campo scuola di Nuoro, ottiene 10”5 sui 100 metri; il tempo lo riaccredita al vertice delle graduatorie regionali; sulla stessa pista si riconferma, dopo tanti anni, campione sardo sui 200 metri con l’ottimo tempo di 21”4. Ad ottobre non manca di ribadire con 48”2 la capacità di correre altrettanto bene anche il giro di pista.

Le prestazioni del 1991 sono leggermente inferiori; l’età avanza e arriva anche la consapevolezza di mettere fine ad una carriera che nella scelta della distanza da privilegiare non ha mai trovato la giusta collocazione.

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