Anna Podda non finisce di stupire!
Ormai non stupisce più! Dopo un’atletica praticata fin dalla tenera età con successo sugli sprint brevi con o senza barriere e la maternità a metà degli anni Settanta, Anna Podda non si accontenta di tornare semplicemente all’agonismo; si inventa quattrocentista sugli ostacoli e batte ripetutamente i suoi personali, stabilisce primati regionali, conquista medaglie importanti in campo nazionale e si aggiudica anche la maglia azzurra nella Nazionale maggiore.
Il passato giovanile la vede protagonista sia sul piano sia sulle barriere. Nei due anni da allieva con la maglia del Caal Cagliari porta a casa prima il bronzo nei 60 metri ostacoli (1966), l’anno dopo l’oro sui 60 metri ostacoli e l’argento nei 60 metri piani ai Campionati Italiani giovanili.
Nelle categorie superiori prima con l’Unione Sportiva Cagliari e poi con il Cus Cagliari si impone principalmente da sprinter pura. Esalta le sue qualità soprattutto nei 100 metri; nel 1972 scende, prima donna sarda, sotto i 12”0 nei 100 metri; il tempo di 11”9 è per l’epoca di assoluto valore e la colloca nella fascia delle migliori italiane. Nello stesso anno il bronzo ai Campionati Italiani Assoluti dovrebbe garantirle un posto nella staffetta olimpica… purtroppo non funziona così! Anna Podda rimedia la maglia azzurra solo in un incontro tra le rappresentative italiane e finlandesi.
L’atleta cagliaritana perde smalto nelle stagioni successive; gareggia sempre, ma, complici gli studi e la nuova famiglia, le prestazioni della velocità non sono più valide a livello nazionale.
Dopo le Olimpiadi di Montreal, i 400 metri ostacoli entrano di diritto nei programmi tecnici femminili ed Anna Podda, che con le barriere ci sa fare, si trova pronta, prima fra le atlete sarde, ad esplorare la nuova specialità. Lo scoglio maggiore è rappresentato dalla resistenza alla velocità, ma l’abilità e la maestria nel passaggio degli ostacoli le consentono di limitare il differenziale piano/barriere a meno di due secondi, il limite che solo i grandi specialisti riescono a realizzare. Ad ogni esibizione scala secondi su secondi, fino a sfiorare il muro dei 60 secondi (personale a 1’00”7): con i tempi realizzati si impone anche a livello nazionale, conquistando, con la maglia dell’Ucla Cagliari, nel 1978 l’argento e nel 1979 il bronzo ai Campionati Italiani Assoluti. Non si ferma neanche con lo scioglimento della società cagliaritana, che l’aveva vista tra i soci fondatori e ritorna al Cus Cagliari, giusto in tempo per conquistare un’altra finale nel 1981 e per completare una carriera tra le più significative della storia dell’atletica sarda femminile.

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