Verso Helsinki
Quando si guarda al passato dell’atletica mondiale si cercano solitamente i protagonisti dell’Olimpiade; in fin dei conti, sessanta-settanta anni fa era l’unico evento universale. Il quadriennio che intercorreva da un’edizione all’altra rimaneva mediaticamente poco seguito, anche se folle oceaniche assistevano a campionati nazionali o studenteschi. Tanti campioni che nel loro percorso atletico hanno vissuto momenti importanti della storia dell’atletica non sempre hanno visto, alla pari dei protagonisti olimpionici, le luci dei riflettori dei giornalisti e dei fotoreporter.
Questa storia, in cui le immagini prevalgono sulla cronaca, inizia all’indomani dei Giochi Olimpici di Londra del 1948. Essa è illustrata artificiosamente a colori; gran parte delle foto, recuperate attraverso il web, originariamente in bianco nero, sono state rielaborate secondo una mia visione personale.
Il
mio vuole essere solo un contributo al ricordo di molte prestazioni di assoluto
valore mondiale rimaste con poche tracce documentali.
Nel periodo intercorrente tra le Olimpiadi, si svolgono i Campionati Europei e i Giochi dell’Impero Britannico. Sempre con la stessa cadenza, ma nell’anno precedente l’Olimpiade, si raccolgono le Nazioni delle due Americhe per dar vita ai Giochi Panamericani.
L’atletica è fortemente concentrata in Europa, America e Oceania ed è ancora ben lontana dall’universalità; non si vedono se non raramente, e quando si presentano non sono competitivi, atleti dell’Africa e dell’Asia.
Gli atleti sono ufficialmente dilettanti; devono stare attenti, pena la squalifica, a non sovraccaricare i rimborsi spese o ad accettare soldi.
L’attività di cross e al chiuso è prevalentemente locale; quest’ultima, come vedremo più avanti, ha il suo epicentro nella stagione invernale statunitense con tre avvenimenti a respiro internazionale che ospitano anche alcuni dei migliori atleti europei.
In questo tuffo nel passato non ci deve stupire, come si può facilmente constatare dalle immagini, del pubblico che accompagna le imprese degli atleti. Folle oceaniche assistono anche per semplici campionati nazionali
Dopo le Olimpiadi di Londra. Agosto 1948.
Mentre a Londra si svolgono i Giochi Olimpici, in alternativa la Federazione sovietica di atletica leggera organizza a Mosca una manifestazione, cui partecipano gli atleti delle repubbliche, esclusi dalla partecipazione londinese.
Il 4 agosto, Tatyana Sevryukova, per tanti anni al vertice della specialità del getto del peso lancia l’attrezzo a 14.59, scaglia l’attrezzo ventuno centimetri in più del primato mondiale di Gisela Mauermayer. Il record verrà riconosciuto dalla federazione mondiale a fine anno. La misura, anche se inferiore a suoi precedenti lanci, convalidati solo in occasione di campionati nazionali, è superiore a quella ottenuta dalla vincitrice olimpica, la francese Micheline Ostermeyer
Quattro giorni dopo sempre a Mosca, la discobola Nina Dumbadze, campionessa europea ad Oslo due anni prima, la cui carriera ricca di grandi prestazioni, purtroppo oscurate dal conflitto mondiale, ottiene finalmente il riconoscimento ufficiale della Iaaf dei suoi lanci. La misura di 53,25 ottenuta a Mosca migliora il record del mondo di quasi 5 metri.
Il 12 settembre Hermine"Herma" Bauma ex giocatrice di pallamano austriaca, un mese dopo
l’alloro olimpico, nel suo stadio di Vienna pieno all’inverosimile, conferma il
suo momento d’oro col nuovo primato mondiale di 48.63 del lancio del giavellotto, migliorandolo di 42 centimetri.
È ancora il settore dei lanci a vivacizzare la stagione
mondiale post olimpica. Il 10 ottobre all’Arena di Milano arriva anche un primato mondiale da parte di Adolfo Consolini, l’atleta italiano più accreditato. All’Arena di Milano, nella pedana del lancio del disco, il solito duello con Peppe Tosi, in tribuna il numeroso pubblico affamato di sport, accorso a vedere l’oro e l’argento di Londra. I primi tre lanci, discreti ma non eccezionali, hanno solo il pregio di lasciare un esito incerto sulla contesa. Il quarto e il quinto lancio sono veri capolavori e allungano il divario fra i due discoboli. Serpeggia nello stadio la sensazione del grande risultato in attesa della misurazione, che arriva poco dopo tra il tripudio del pubblico e l’esultanza degli atleti in campo, alcuni dei quali si caricano in spalla Consolini per portarlo in trionfo. Consolini porta il record alla misura di 55.33.
1949. Gordien Fortune sale al vertice del lancio del disco uomini, spodestando l’italiano Consolini e migliorando il primato mondiale di oltre un metro (56.46), in un meeting svoltosi a Lisbona. Gordien Fortune, rotto il tabù che lo voleva poco vincente ma forza importante della specialità soprattutto in patria, si ripete un mese dopo, il 14 agosto 1949 ad Hameenlinna in Finlandia, con un nuovo primato scagliando il disco alla misura di 56.97.
Nella
stagione 1949 Natalya Vassilievna
Smirnitskaya ottiene il record mondiale di lancio del giavellotto femminile per ben due volte. La prima volta
a Mosca il 25 luglio, si limita ad aggiungere quasi un metro al limite detenuto
dall’austriaca Bauma; dieci giorni dopo, esattamente il 5 agosto sempre a
Mosca, diventa la prima donna a lanciare il giavellotto oltre i cinquanta
metri. Il nuovo record di 53.41 scava un abisso con le altre giavellottiste.
1949. Nel corso della stagione tre campioni vivacizzano il settore delle corse medio-lunghe.
Il campione olimpico Gaston Reiff, già in possesso del primato mondiale sui 2000 metri, legittima il suo valore scendendo, primo atleta al mondo, sotto gli 8 minuti nei 3000 metri, correndo la distanza in 7’58”8.
Dopo lo scontro alle Olimpiadi, chiuso con la vittoria del cecoslovacco Emil Zatopek, nei 10000 metri si assiste tra lo stesso Zatopek e il finlandese Viljo Heino ad una sfida a distanza, con tre primati assoluti.
Prima a giugno Zatopek a Ostrava, poi a settembre Heino, infine ad ottobre sempre ad Ostrava portano il record sulla distanza a 29’21”2.
La stagione 1949 vede muoversi anche il vertice nel getto del peso.
Sale alla ribalta lo statunitense Jim Fuchs, che strappa il primato al connazionale Charles Fonville. Nella stagione successiva con nuovi primati aggiungerà pochi centimetri alla volta avvicinandosi alla barriera dei 18 metri.
1950. Nonostante la seconda guerra mondiale avesse interrotto lo svolgimento dei British Empire Games, originariamente assegnati a Montreal (Canada) nel 1942 e nel 1946, l'entusiasmo all'interno dell'Impero britannico per proseguire ciò che era iniziato nel 1930 era abbastanza forte. Dopo il conflitto mondiale, i Giochi vengono assegnati alla Nuova Zelanda, nella città più grande della nazione, Auckland. Il paese non era mai stato al centro di così tante attenzioni sportive e i padroni di casa rispondono in modo magnifico ed ospitale.
I Giochi si svolgono nel febbraio del 1950.
Le gare di atletica leggera (28 per gli uomini, 8 per le donne) si tengono all'Eden Park. Dodici paesi partecipano con un totale di 590 atleti. Malesia e Nigeria, appena costituite, fanno la loro prima apparizione.
La manifestazione circoscritta ai Paesi che gravitano nell’area dell’Impero Britannico offre l’occasione agli atleti di mettersi in luce con prestazioni di assoluto valore mondiale. L’edizione neozelandese porta all’attenzione degli sportivi due grandi campionesse: Marjorie Jackson e Shirley Strickland
Se in campo femminile l’Australia fa la parte del leone, il dominio in campo maschile è meno marcato; le vittorie sono spartite su più Nazioni. Il personaggio più atteso è il campione olimpico del salto in alto, l’australiano John Winter, che si assicura la medaglia d’oro.
Gli altri vincitori:
John Treloar (AUS) 100 yards e 220 yards, Edwin Carr (AUS) 440 yards, John Parlett (ENG) 880 yards, Bill Parnell (CAN) 1 miglio, Len Eyre (ENG) 3 miglia, Harold Nelson (NZL) 6 miglia, Jack Holden (ENG) Maratona, Peter Gardner (AUS) 120 yards hs, Duncan White (CEY) 440 yards hs, Australia (Scotchy Gordon, David Johnson, John Treloar, William De Gruchy) 4 × 110 yards, Australia (Edwin Carr, George Gedge, James Humphreys, Ross Price) 4 × 440 yards, John Winter (AUS) Alto, Tim Anderson (ENG) Asta, Neville Price (SAF) Lungo, Brian Oliver (AUS) triplo, Mataika Tuicakau (FIJ) Peso, Ian Reed (AUS) Disco, Duncan Clark (SCO) Martello, Leo Roininen (CAN) Giavellotto.
1950. Alla vigilia dei Campionati Europei in programma a Bruxelles a fine agosto, si riconfermano al vertice delle loro specialità: lo statunitense Jim Fuchs, che continua la scalata verso i 18 metri nel getto del peso; l’ungherese Imre Nemeth, leader assoluto nel lancio del martello; il cecoslovacco Emil Zatopek, che ribadisce la sua classe nei 10000 metri; lo statunitense Bob Mathias, che non finisce di stupire nel decathlon. Salgono agli onori della cronaca lo statunitense Dick Attlesey con due primati nei 110 metri ostacoli e il giamaicano George Rhoden, che scalza il connazionale Mc Kenley dal trono dei 400 metri.
La sovietica Vaslyeva Yedoklya, impossibilitata ad esibirsi ai Campionati Europei per l’assenza nel programma gare degli 800 metri, si accontenta del primato mondiale che consegue a Mosca il 17 luglio.
(fine prima parte)










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