Verso Helsinki 1952 (quarta parte)

 


La stagione 1951, avara di altri avvenimenti di grande respiro, prosegue senza sussulti come se tutti gli atleti tenessero in canna le proprie cartucce in vista delle Olimpiadi dell’anno successivo.

Pochi primati mondiali, ne vediamo l’elenco.

 200 metri            M   20"6       Stanfield Andy (Usa)              Philadelphia 26 mag     1951

disco                     F    53,37      Dumbadze Nina (Urss)           Gori 27 mag                1951

alto                       F    1,72        Lerwill Sheila (Gbr)                Londra 7 lug                1951

800 metri            F    2'12''2     Pomogayeva Valentina           Mosca 26 lug               1951

800 metri            F    2'12''0     Otkalenko Nina (Urss)            Minsk 12 ago               1951

100 metri            M   10"2       Mc Donald Bailey (Gbr)           Belgrado 25 ago           1951

triplo                    M   16,01      Ferreira Da Silva A (Bra)        Rio de Janeiro 3 sett     1951

pentathlon          F    4692       Blankers-Koen F (Hol)            Amsterdam 16 sett       1951

 La sovietica Nina Dumbadze e l’inglese Sheila Lerwill, già campionesse europee l’anno precedente a Bruxelles, si riconfermano al vertice mondiale del lancio del disco, la prima, e del salto in alto la seconda con nuovi primati.

Per la prima volta viene riconosciuto il primato mondiale dei 200 metri maschili. Il 25 maggio a Filadelfia, lo conquista Andy Stanfield, sprinter americano di colore più portato per la distanza lunga, che si candida come l’uomo da battere per le vicine Olimpiadi.


Sulla distanza breve si mette in luce invece l’inglese Emmanuel McDonald Bailey.  Il 25 agosto a Belgrado eguaglia il primato mondiale dei 100 metri col tempo di 10”2, detenuto da altri 4 atleti. Nato a Trinidad, arriva a Londra nel 1939, gareggia per la Gran Bretagna alle Olimpiadi di Londra 1948, finendo sesto nei 100 metri.

Si racconta che pur essendo molto popolare nell’ambiente sportivo, esisteva nei suoi confronti un atteggiamento razzista. Spesso record nazionali, che otteneva sul campo, non venivano ratificati perché la pista era presumibilmente corta di centimetri, o non c'era anemometro o troppo pochi cronometri.

Aveva già eguagliato il record mondiale dei 100 metri con 10,2 in Islanda nel 1949 "una pista perfetta, ma non avevano un anemometro".

Due anni dopo, nell'umida Belgrado, ripete l'impresa, ma stavolta è tutto regolare.


Il 3 settembre a Rio de Janeiro, Adhemar Ferreira Da Silva, indiscusso specialista del salto triplo, aggiunge un centimetro al suo primato.

Il 16 settembre ad Amsterdam l’olandese Fanny Blankers-Koen si concede il lusso di mostrare classe e poliedricità, conquistando il primato mondiale del pentathlon 

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